Pagina 15 – by Luca

Da quanto tempo è che non scrivo una pagina di diario?

Assolutamente troppo.

MA (c’è un ma), se ci seguite su Instagram e Facebook avrete visto che è stato un mese di sali e scendi per la Thailandia.

Da quando siamo entrati nel paese i primi di Febbraio non ci siamo mai fermati, e sapevamo che i ritmi del blog sarebbero diminuiti leggermente con l’arrivo delle nostre amiche.

Esatto, questo mese abbiamo avuto ospiti d’eccezione che ci hanno accompagnato per un pezzetto del nostro viaggio. Non mi dilungo su quanto sia stato bello condividere questi posti con delle persone speciali, ma credetemi, è stato davvero irripetibile.

Una di quelle esperienze che affrontate con la maturità dei (quasi) 30 anni diventano indelebili.

Dov’eravamo rimasti l’ultima volta? Ah si, Laos.

Dopo un paio di settimane alla scoperta della parte settentrionale rientriamo nella nostra amata Thailandia con un visto di 60 giorni in mano. Felici come due bambini.

Nell’arco di un mese non vi dico quante trasferte affrontiamo.

Laos – Parco nazionale di Khao Yai

Khao Yai – Bangkok (arrivano le ragazze)

Bangkok – Koh Phangan

Koh Phangan – Chiang Mai

Chiang Mai – Bangkok (ripartono le ragazze)

Bangkok – Phuket

Nell’arco di un mese o poco più vediamo talmente tanti luoghi diversi tra loro da far quasi fatica a imprimerli come si deve in testa.

Attraversiamo in scooter strade immerse nella giungla profonda, affrontiamo decine di corse in tuk tuk su e giù per Bangkok, ci lanciamo dentro al Full Moon Party, e innumerevoli volte ci togliamo le scarpe per entrare in un luogo sacro.

Passeggiamo con gli elefanti (cliccate qui per saperne di più), esploriamo isole incontaminate nell’arcipelago di Ang Thong, guidiamo attraverso strade invase dalle scimmie, ammiriamo il tramonto su Bangkok dall’alto, ci perdiamo in bicicletta tra le rovine di Ayutthaya, e molto molto altro.

Un mix di ricordi esplosivi da racchiudere in un mese di viaggio. Non è facile.

Ma le vibrazioni che ci da questo paese fino ad ora non ce le ha regalate nessun altro. Non fraintendetemi, gli altri paesi che abbiamo attraversato sono tutti di una bellezza mozzafiato, in particolar modo il Laos che è stata la sorpresa più grande.

Ma la Thailandia è la Thailandia.

Chi c’è stato, chi l’ha vissuta per più di due settimane mordi-e-fuggi durante le ferie, chi ha avuto la fortuna come noi di girarla da nord a sud, sa di cosa parlo.

Ormai vi abbiamo mostrato Bangkok da tutte le angolazioni.

CLICCATE QUI per l’itinerario di Bangkok in 4 giorni

CLICCATE QUI per il Photo Diary

Koh Phangan pure direi.

CLICCATE QUI per una guida alle spiagge più belle dell’isola

Ma se c’è un posto che non viene quasi mai nominato e del quale vorrei spendere due parole è il Parco Nazionale di Khao Yai. Meta sicuramente più difficile da raggiungere se non si hanno diversi giorni a disposizione perchè si trova a un paio d’ore a est di Bangkok, e per esplorarlo come si deve servirebbe almeno una giornata intera da mattina a sera.

khao yai

Sicuramente non è complicato raggiungere Pak Chong, che è la città più vicina al parco, partendo da Bangkok in bus o in treno. Il problema è che una volta arrivati non c’è un grandissimo servizio per/da il parco nazionale, quindi è necessario noleggiare un mezzo o affidarsi a uno dei tour in vendita negli hotel lungo la via che conduce al parco.

La stranezza più grande di questo luogo è la quantità di resort a tema che si trovano lungo la strada principale che collega Pak Chong a Khao Yai. Sembra di essere a Disneyland giuro. Ogni 100 metri spunta un castello medievale, un villaggio a tema western, un resort con le case a forma di fungo e così via. Io boh.

Il Parco di Khao Yai però è sorprendente. Copre non so quante miglia di fitta giungla, dove vivono moltissime specie di animali in piena libertà tra cui branchi di elefanti, cervi, daini, centinaia di scimmie e boa, che se ci penso mi si gira a testa al contrario.

khao yai

La figata di questo posto è che si può visitarlo sia tramite escursioni per addentrarsi assieme alle guide esperte nella giungla profonda dove non batte nemmeno il sole, sia in autonomia guidando per le strade che tagliano il parco in quattro direzioni, e addentrandosi nei sentieri più semplici.

Indovinate quale scegliamo noi? Esatto. Ormai ci conoscete.

Con il nostro scooter del ’15-’18 ci lanciamo all’avventura fai-da-te. Sicuro che se mi trovo un boa davanti è la volta buona che la mia assicurazione medica viaggio viene usata.

khao yai

Alla fine volete sapere la verità? Se c’è un posto che un po’ mi manca per le sensazioni di ampiezza, aria pulita e di contatto con la natura vera e più selvaggia, è veramente Khao Yai.

Mi ha sorpreso, cosa che non pensavo soprattutto dal momento che la Lonely Planet lo nomina tra le cose da non perdere, ma detta francamente quando mai avete sentito parlare di gente che viene in Thailandia e visita il Parco Nazionale di Khao Yai?

Io mai, ma ve lo consiglio caldamente se volete avere un’alternativa alle rovine di Ayutthaya o all’escursione ormai iper turistica di Kanchanaburi.

Chiusa la parentesi di Khao Yai torniamo al presente. Ora siamo a Phuket per qualche giorno prima di spostarci nell’isola di Koh Lanta e a Krabi, ultime due mete in Thailandia (mi viene da piangere) prima di volare a Kuala Lumpur, in Malesia.

Esatto signori, questa volta voliamo!!

Niente bus dopo aver saputo che il viaggio Krabi-Kuala Lumpur durerebbe circa 23 ore.

Ale è svenuto di schiena con sangue dal naso quando ha sentito questa cosa quindi abbiamo constatato che vista la piccola differenza di prezzo questa volta facciamo un bel dito medio agli sleeping bus!

A prestissimo!

khao yai

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