Pagina 6 – by Ale

Luca è in crisi perchè ha paura di non trovare più il latte condensato in Cambogia. In Vietnam è diventata una dipendenza. Caffè con latte condensato almeno 3 volte al giorno. In realtà piace anche a me, ma dopo un po mi stomaca. Non ho la mania di esagerare nelle cose come lui.

Per arrivare in Cambogia dobbiamo attraversare il confine a piedi, quindi una volta smontati dalla barca proveniente da Phu Quoc compiliamo tutti i documenti necessari, tra VISA e trasporto sborsiamo quasi 50$ a testa e partiamo.

E’ una sensazione strana attraversare un confine tra due stati a piedi. E’ come prendere coscienza tutto d’un tratto che ci si lascia alle spalle un capitolo per cominciarne un’altro nel giro di pochi minuti. E mentre si cammina verso la frontiera si sente il proprio bagaglio più pesante. No, non parlo dello zaino.

La burocrazia è lunga, come previsto, ma alla fine ci siamo: Benvenuti in Cambogia!

Inizialmente sono convinto di non trovare tante differenze in una distanza così breve con il Vietnam, invece lo stacco è pazzesco.

Le strade non sono più le stesse, la gente nemmeno. Le quattro ore di bus che ci separano dalla capitale Phnom Penh sono sufficienti per far cambiare il paesaggio. Gli spazi diventano molto più ampi e aridi, i bufali sono magrissimi e altissime palme da zucchero spuntano isolate in mezzo ai campi.

Tutto si colora di rosso. La terra, la pelle delle persone e persino la luce. Penso sarà il colore che ci accompagnerà per il prossimo mese. E’ strano dopo essere abituato ai toni scuri e freddi del Vietnam.

C’è anche un’altra sostanziale differenza che noto immediatamente: la povertà.

Le strade che percorriamo sono completamente dissestate e la gente ci vive attorno in baracche costruite sul fango che sembra stiano in piedi per miracolo.

I bambini corrono ovunque senza badare ai pericoli. I neonati gattonano sul terreno dove pascolano anatre e galli. Ci sono molti uomini a lavoro, cosa che in Vietnam non succede perchè le donne svolgono qualunque tipo di mansione, anche nei cantieri.

Luca ha lo stesso entusiasmo dell’arrivo ad Hanoi. Naso appiccicato al finestrino senza farsi sfuggire nessun dettaglio, e macchinetta alla mano per catturare quante più cose possibili. Ovviamente l’autobus va troppo veloce per poter fotografare.

E giù di eresie.

Arriviamo a Phonm Penh la sera, affamati come lupi, col cellulare senza nessuna rete perchè la sim vietnamita ha smesso di funzionare al confine, e senza un soldo se non qualche dong rimasto nel portafoglio che ovviamente qui non viene accettato.

E qui qualcosa comincia a non tornare.

La Cambogia è conosciuta per essere uno dei paesi più economici del Sud Est Asiatico, quindi arriviamo aspettandoci di trovare prezzi leggermente più bassi rispetto al Vietnam. Invece le sorprese cominciano con la sim locale. Quasi il doppio rispetto a quella precedente, ma dobbiamo attivarla comunque per poter utilizzare internet senza doverci fiondare dentro ad un locale ogni ora.

Poi arriva la questione soldi. Qui la moneta nazionale è il Riel, molto vantaggioso, non fosse che qua si usano quasi esclusivamente dollari. Come? Semplice. Io pago in dollari, loro mi danno il resto metà in dollari metà in riel. Provate a immaginarvi che casino. Non girano monete, quindi se il resto prevede dei centesimi di dollaro questi vengono dati in riel cartacei.

Praticamente il portafoglio esplode di banconote che, almeno all’inizio, si fa molta fatica a capire come gestire. Tra l’altro in questo modo spesso si finisce per perdere qualche centesimo perchè il cambio viene sempre arrotondato.

Un consiglio: se venite in Cambogia siate certi di procuravi diversi dollari prima di entrare nel paese. La commissione su ogni prelievo è di 4-5$ e in pochi accettano la carta di credito, quindi contanti a volontà.

Torniamo a Phnom Penh. E’ una bella città, non si può certo dire il contrario. Si respira un’aria esotica che mi ricorda tanto la Thailandia. Le rive del Mekong sono costellate da bancarelle di cibo locale e di qualunque tipo di insetto fritto. Ma proprio qualunque (vedere la foto per credere).

Tra i palazzi e le strade iper trafficate dai tuk tuk spuntano templi e pagode con i tetti rossi e guglie dorate. I monaci con le loro tonache arancio camminano per le strade mischiandosi tra la gente. Insomma a tutti gli effetti una città asiatica.

L’unico difetto è che è un po’ cara, dal nostro punto di vista. Solo il biglietto per visitare il Palazzo Reale che è l’attrazione maggiore viene 6,50$. Una follia.

Tra l’altro non riusciamo nemmeno a vederlo. All’ingresso dicono a Luca che non può entrare in canotta. Corre in hotel a cambiarsi e nel giro di 10 minuti è di nuovo la, ma dopo aver pagato il biglietto il tipo all’ingresso lo guarda e gli dice che i pantaloncini devono essere sotto al ginocchio. Vi giuro che saranno stati mezzo centimetro sopra, manco fosse stato in costume. Dietro front, ci facciamo ridare i soldi e usciamo imprecando contro tutte le religioni esistenti.

Io ho i nervi che mi stanno per far esplodere il cervello.

Vista la situazione prendiamo una decisione: seguiremo l’itinerario delle tappe principali del paese e cercheremo di uscire prima di Natale. Il rischio di sbancarci per stare qui è troppo alto, anche se l’intenzione iniziale era quella di andarcene intorno ai primi di Gennaio.

Probabilmente la prima impressione ci ha un po’ scottato, ma è andata così.

Torniamo in hotel, afferro il computer e prendo il primo volo che trovo su Skyscanner. Direzione Bangkok. Quindi, cari amici, dal 20 Dicembre ci trovate in Thailandia.

Come mai il volo? Perché arrivare per via aerea in Thai garantisce un visto di 30 giorni gratuito, contro i 15 giorni concessi se invece si passa il confine via terra. I voli costano molto poco, e a conti fatti abbiamo perso forse 10$ rispetto al trasporto via terra per arrivare a Bangkok.

Magari presto scriveremo anche un manuale d’istruzioni per i visti nel Sud Est Asiatico.

Adesso puntiamo a Koh Rong, l’isola a sud della Cambogia. Abbiamo grandi aspettative ma preferisco non dire nulla. Penso solo che non vedo l’ora di piazzarmi sotto una palma con una birretta a godermi il tramonto.

E magari rileggermi gli ultimi diari di viaggio. Cosa? Non li avete ancora letti???

Ve li linko qua sotto, poi vedete voi.

Diario di viaggio (pag.5) – L’Isola di Phu Quoc

Diario di viaggio (pag.4) – Hoi An

Diario di viaggio (pag.3) – Ha Long Bay

 

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