Pagina 12 – by Luca

Ragazzi qua in Thailandia i bus sono una tragedia. Non esistono gli sleeping bus che abbiamo trovato finora, ma solo normalissimi bus con i sedili leggermente inclinabili.

Sleeping sti cazzi.

Affrontare diverse ore di viaggio e cercare di chiudere occhio schiacciati come sardine tra il propio sedile e quello di fronte è un’impresa impossibile. Senza contare che ogni volta si viene scaricati di prima mattina a destinazione come sacchi. Per me sono traumi indelebili.

Ma per andare in Laos partendo da Koh Samui bisogna per forza passare per Bangkok, e per arrivarci la soluzione più cheap è il bus. Dopodiché da Bangkok per fortuna la situazione cambia.

Il nostro visto thailandese di 30 giorni sta scadendo e dobbiamo uscire dal paese. Pesiamo molto a che meta scegliere per trascorrere il tempo che ci separa dalla nostra prossima entrata in Thailandia a Febbraio. Io sono molto indeciso tra Myanmar e Laos, poi Ale mi fa notare che il tempo a disposizione forse è troppo poco per visitare il Myanmar. Lo stato è molto grande e i luoghi d’interesse sono molto distanti l’uno dall’altro. Senza contare lo sbattimento per il visto.

Il Laos invece è molto più contenuto, il  visto si può ottenere facilmente all’arrivo in frontiera e soprattutto la maggior parte dei luoghi che ci interessano sono concentrati nella parte settentrionale.

E Laos sia.

Prima cosa: raggiungere Vientiane. La capitale è vicinissima al confine, ed è tra l’altro il punto d’accesso per tutti quelli che devono uscire dalla Thailandia per rinnovare il visto turistico e poter prolungare il soggiorno.

Da Bangkok partono diversi treni, e considerando il viaggio in bus affrontato direi che il treno è la soluzione che preferisco.

Ore  6:00 arrivo a Bangkok. Prendiamo i nostri zaini, che con la stanchezza di una notte in bianco pesano quindici volte di più, e ci dirigiamo in stazione. Bangkok non dorme mai, nemmeno a quest’ora. E’ un continuo flusso di macchine e persone. Siamo storditi come non mai.

Il tabellone  delle partenze segna diversi orari.

Bangkok- Vientiane delle 8:30, posti rimasti: 2.

DUE?!?!?

Corriamo alla biglietteria. “Sono rimasti gli ultimi due biglietti, li volete?”. Presi! Appena in tempo, altrimenti il treno successivo sarebbe partito nel tardo pomeriggio.

Eccoci al binario. Il treno è molto vecchio. Si vede che ha affrontato centinaia di corse, e la manutenzione è andata a farsi benedire. I posti sono segnati con il pennarello sulle pareti delle carrozze, e i finestrini sono permeati da una patina giallastra che fa solo intravedere quello che c’è fuori.

L’aria condizionata è sparata da bocche intrise di polvere, e al centro del soffitto sono posizionati dei ventilatori. Sia mai che faccia leggermente caldo e l’aria non basti.

La carrozza non è per niente piena, eppure avevamo preso gli ultimi due posti rimasti. Lancio lo zaino nel porta bagagli sopra ai nostri sedili e mi siedo sentendo il corpo che sta per abbandonarmi. Ma quando il treno parte il ferro inizia a stridere sulle rotaie creando un rumore pieno e fastidioso. Mi ci vuole un po’ per abituarmi, ma tanto il mio destino è già segnato.

Dopo un minuto dalla partenza inizia una interminabile processione di venditori di cibo e bibite, che si alternano montando e smontando alle varie stazioni per prendere altri treni diretti chissà dove e continuare a vendere.

Propongono qualunque cosa: sacchetti con würstel e verdure tagliate a listelli, noodle già cotti e chiusi dentro a contenitori in plastica take away, polli interi allo spiedo, dolci casalinghi dei quali il ripieno rimarrà sempre un mistero.

Durante le otto ore di viaggio presi da un attacco di fame omicida ci fiondiamo sui sacchetti di würstel e verdure. Vi dirò, neanche male.

Alla fine faccio fatica ad addormentarmi. Il rumore del treno fa parlare la gente a voce alta, e la luce del sole (sole finalmente!) filtra tra i vetri sporchi. Fumo qualche sigaretta nel passaggio all’aperto che collega i vagoni, ma il tempo passa lentamente. Allora prendo la fotocamera e comincio a scattare, davanti alle facce degli altri passeggeri che mi prendono per deficiente.

Però quel treno nonostante tutto mi piace, e voglio raccogliere qualche ricordo.

Ale dorme nel frattempo. Diciamo che Ale dormirebbe anche in curva durante un derby.

Io recupererò quando arriveremo in Laos, spero.

 

Se vi manca l’ultima puntata cliccate qui sotto:

Diario di viaggio – Koh Samui e il tempo inaspettato

train to vientiane

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