Pagina 5 – by Luca

E’ da un po’ che non scrivo sul diario. Abbiamo avuto diverse cose da sbrigare nell’ultima settimana e gli spostamenti da un posto all’altro non sono stati semplicissimi.

Vi dico la verità, non pensavamo che in Vietnam le distanze fossero così lunghe. Ore e ore di bus, che alla fine sono la soluzione assolutamente più cheap, ma anche la più stancante. E vi assicuro che di resistenza ne ho da vendere.

Un po’ per questione di tempo, un po’ perchè abbiamo deciso di non fare più le corse, da Hoi An puntiamo diretti a Phu Quoc, l’isola nell’estremo sud del Vietnam. A dire la verità è molto più vicina alla costa cambogiana che a quella vietnamita. Mezzo paese da attraversare, ma almeno sappiamo che una volta arrivati ce ne stiamo buoni e tranquilli per alcuni giorni.

Venti ore fino a Ho Chi Minh sono un po troppe da reggere e decidiamo di fare pit stop di una notte a Mui Né.

Poche ore in questa Riccione vietnamita invasa dai russi (vi dico solo che tutte le insegne sono tradotte solo in cirillico e non in inglese) sono bastate per vedere uno degli spettacoli più belli e inaspettati in questo paese: il deserto.

Vi rimando al post con le foto cliccando qui.

Alla fine passiamo diverse ore a Ho Chi Minh per un cambio di bus e per prendere il biglietto del traghetto, arrivando stremati all’isola di Phu Quoc il giorno successivo.

Ore complessive di tragitto INCALCOLABILI. Come abbiamo scritto su Facebook: “quando lavarsi diventa un’optional!

L’isola di Phu Quoc è un posto che in pochi conoscono. Chi fa un tour del Vietnam è difficile includa questa meta tra le tappe. Diciamo che la prima impressione che ho è quella di un posto perfetto per le lune di miele vietnamite. E infatti non mi sbaglio.

Ale è ansioso di arrivare a toccare la spiaggia, e il viaggio lo ha innervosito parecchio. Diciamo che sarebbe stato meglio se qualche tassista non avesse insistito tanto all’arrivo nel porto dell’isola, perchè per qualche minuto ho pensato di viaggiare assieme ad Hulk vista l’aggressività sfoderata.

I tassisti sono indietreggiati intimoriti.

Io con i tassisti.

Phu Quoc ha dei lati positivi e altri negativi, come qualunque altro posto direte voi. Si, ma qui i lati negativi tendono ogni tanto a farti dimenticare quelli positivi. Mi spiego meglio.

L’isola ha delle spiagge meravigliose, con sabbia bianca, altalene attaccate alle palme che si sporgono sul mare e baracche di legno che vendono frutta fresca per mezzo dollaro. I problemi maggiori sono invece due: i rifiuti e i cantieri.

Credo che qua stiano puntando a far nascere una nuova Phuket visto i lavori faraonici che stanno facendo ovunque. Sembra che i resort e gli hotel di lusso spuntino come funghi dal nulla. Questo provoca l’interruzione di molte strade per lavori in corso e a volte non è possibile raggiungere alcune spiagge che magari sulla guida sono indicate tra le più belle dell’isola. (Non vale per tutte comunque, vedere le foto per credere).

Il problema dei rifiuti invece si concentra soprattutto in alcune zone dell’isola, ma penso dipenda dal fatto che gli abitanti non si rendano effettivamente conto del danno che può provocare all’ambiente. Loro lo fanno senza motivo, e non c’è nessuno che glielo vieta.

Quello che mi stupisce è vedere che piuttosto di investire nello smaltimento si preoccupano di potare le siepi perfettamente a forma di anfora lungo tutta la tangenziale che attraversa l’isola, trafficata probabilmente quanto una stata di periferia in provincia di Belluno.

Boh.

Scegliamo il motorino per vedere Phu Quoc anche perchè è lunga ben 55km, e per quanto io e Ale siamo abituati a camminare per ore, ammetto che ho voglia di grattarmi per un po’ di giorni senza rotture di maroni. Spendiamo circa 6$ al giorno di noleggio.

Guido sempre io, Ale monta dietro altrimenti il vento gli secca le lenti e qua i caschi non hanno le visiere manco se li crei. Ora, probabilmente chi mi conosce avrà i sudori freddi mentre legge questo articolo al pensiero che io guidi un motorino, ma vi assicuro che ho scoperto di riuscire a destreggiarmi in maniera eccellente in mezzo al traffico asiatico. E per chi l’ha visto, sa di cosa sto parlando. Tra l’altro ci prendo subito gusto e comincio a suonare il clacson per qualunque mischiata come fanno loro. Na figata!

Riusciamo comunque e non spendere troppo nemmeno per i pasti mangiando del buon pesce. Alla fine diciamo forse 1$ in più del solito. Ci può stare.

Dopo tre giorni di esplorazione finiamo sempre sulle solite due spiagge perchè gira e rigira le altre sono chiuse per lavori in corso o sono introvabili (una volta finiamo dentro ad una strada convinti di arrivare al mare e invece stiamo beatamente percorrendo il viale d’ingresso della prigione di massima sicurezza dell’isola. Applausi per favore).

Ma arriva finalmente il giorno in cui ci trasferiamo sul versante ovest al Novotel Resort. 

Qua non voglio anticiparvi nulla, vi mostrerò presto che razza di posto è. Tra l’altro sto scrivendo proprio dalla nostra camera inglobato in un letto che sembra fatto della stessa pasta dei marshmallow.

Domani dobbiamo andarcene, lacrimuccia.

Questa però è l’ultima meta del Vietnam. Siamo giunti alla fine del primo paese, e la Cambogia ci sta aspettando a braccia aperte. E’ stata un’esperienza bellissima che porterò nel cuore per sempre e il mio sogno più grande è la pace nel mondo.

No, scherzo. Preferisco dirvi veramente le sensazioni che mi ha trasmesso anche se, come per ogni cosa, sono soggettive.

La verità è che questo è il paese che ci ha fatto rifiorire la voglia d’Asia che ci mancava da tanto tempo. E’ un paese semplice e avventuroso, dai colori freddi, pieno di bellezze naturali e storiche, ma sicuramente con un turismo molto più mirato rispetto ad altri paesi qua nelle vicinanze che ormai sono diventati mete di massa (ma non per questo meno belli).

Visitando il Vietnam ho testato con mano l’onestà dei suoi abitanti, che mi hanno dato l’impressione di essere meno sorridenti dei Thailandesi, ma comunque sempre estremamente disponibili.

Qui non c’è criminalità. Non si deve aver paura di nulla in Vietnam se non dell’emicrania causa clacson.

E’ un paese economico, secondo la nostra esperienza, e ben organizzato. Magari scriveremo nel dettaglio quanto si spende per un mese in Vietnam, per darvi la giusta idea nel caso decidiate di venire.

Inglobato in questo marshmallow sto facendo il conto di quanti chilometri abbiamo percorso fino ad oggi. Ben 1916. Non male direi.

Domani sarà una giornata impegnativa e piuttosto lunga. Sveglia puntata alle 6:00, quindi ora vi saluto calorosamente e mi ritiro.

Voi invece se vi siete persi qualche post dovete recuperare SUBITOIMMEDIATAMENTE cliccando qua sotto:

Diario di viaggio – Hoi An

Il mercato di Hoi An

Diario di viaggio – Ha Long Bay

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